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Art.55 Aggregazioni di edifici
Art.55 Aggregazioni di edifici
Creato il: 11/01/2018
Aggiornato il: 10/02/2018
1. Componenti. Gli elementi che compongono l'aggregazione di edifici sono:
- edifici e relative pertinenze;
- spazi aperti comuni a più edifici;
- infrastrutture di pertinenza.
2. Prestazioni. Le aggregazioni di edifici debbono rispettare:
- le condizioni di sostenibilità indicate nella Valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale per l'intero territorio comunale e quelle per lo specifico Ambito di riferimento contenute nel Psc e nel Poc;
- le regole e le indicazioni ulteriori definite per lo specifico Ambito di appartenenza nella Parte 3 di questo Regolamento e quelle previste dal Piano urbanistico attuativo;
- le prestazioni specifiche richieste per singoli obiettivi(secondo lo schema della tabella che segue) e oggetto delle apposite Schede prestazionali che costituiscono parte integrante del presente articolo. Tali prestazioni, richieste per il raggiungimento degli obiettivi di qualità, sono riferite ad interventi soggetti a Pua o Poc.
3. Regolamenti correlati. La disciplina urbanistico-edilizia delle aggregazioni di edifici è integrata dagli eventuali complementi regolamentari e guide, di cui all'art. 2, commi 4 e 5.
ADATTAMENTO AL SITO
OBIETTIVO: INTEGRAZIONE NEL CONTESTO [A 1.1]
L'intervento deve integrare l'aggregazione di edifici nel contesto urbano e ambientale, valorizzando gli elementi di qualità e riducendo o mitigando i possibili effetti negativi.
PRESTAZIONI
1. Nel progetto e nella realizzazione di nuovi aggregati di edifici:
1.1 Valorizzare i rapporti spaziali e visivi con l'intorno, considerando le preesistenze, la maglia dei percorsi, i caratteri morfologici, ambientali, tipologici e storico-testimoniali. In particolare, garantire le viste degli elementi di particolare pregio o di emergenze naturalistiche o storico-documentali e progettare il bordo dell'aggregato allo scopo di creare relazioni visive, fisiche e funzionali.
1.2 Favorire la formazione di luoghi riconoscibili attraverso l'organizzazione di spazi edificati e aperti, anche in relazione con l'eventuale collocazione di attività commerciali e di servizio.
1.3 Collocare adeguatamente edifici e spazi aperti, curandone l'esposizione rispetto al sole e agli agenti climatici, difendendoli dalla presenza di sorgenti d'inquinamento.
1.4 Ricercare la continuità fisica, funzionale e visiva degli spazi aperti e considerare le loro relazioni con eventuali spazi aperti e servizi di uso pubblico collocati nell'intorno.
1.5 Progettare edifici e spazi aperti con l'obiettivo di rendere facili, compatibili e confortevoli gli usi previsti, con attenzione alle pratiche e abitudini dei possibili destinatari.
1.6 Contribuire agli obiettivi contenuti nelle Schede di situazione del Quadro normativo del Psc.
1.7 Valutare la qualità del suolo e dimostrare la compatibilità all’uso in relazione al potenziale inquinamento generato da usi precedentemente insediati.
ADATTAMENTO AL SITO
OBIETTIVO: PROGETTAZIONE INTEGRATA DEL VERDE [A 1.2]
Per garantire all'insediamento adeguate condizioni di comfort ambientale e la mitigazione dagli inquinamenti, la progettazione dei manufatti deve essere integrata con quella degli spazi verdi, con riguardo a tutte le funzioni che le masse arboree e arbustive possono svolgere.
PRESTAZIONI
1. Al fine della regolazione del microclima esterno:
1.1 Controllare i picchi di temperatura estivi sfruttando la funzione refrigerante connessa all'evapotraspirazione delle vegetazione.
1.2 Controllare, nel periodo estivo, la radiazione solare diretta sugli edifici mediante l'ombreggiamento.
2. Al fine di perseguire le migliori condizioni d'habitat locale:
2.1 Garantire l'abbattimento delle sostanze inquinanti attraverso la creazione di zone verdi di filtro che sfruttino la capacità biologica della vegetazione di assorbire e diluire le sostanze tossiche presenti nell'atmosfera.
2.2 Ombreggiare le zone a parcheggio con la piantumazione di alberi la cui chioma, a maturità raggiunta, garantisca un'ampia copertura delle superfici di stazionamento e di servizio.
2.3 Evitare la frammentazione perseguendo la contiguità ecologica fra verde di pertinenza degli edifici, verde pubblico o d'uso pubblico ed eventuali aree verdi presenti nell'immediato intorno del sito, pur con delimitazione riconoscibile dei confini, amplificando il valore ecologico delle singole aree, anche con riferimento a quanto indicato nella tavola delle dotazioni ambientali e nel Quadro normativo del Psc.
2.4 Promuovere la funzione estetica e ricreativa del verde, attraverso la corretta localizzazione delle nuove aree, la predisposizione di collegamenti con le eventuali aree verdi circostanti esistenti o di progetto, la previsione di aree per la sosta o il gioco, scegliendo le essenze sulla base dei caratteri del luogo e privilegiando specie autoctone a latifoglie. Il progetto dovrà essere sviluppato sulla base delle indicazioni fornite dalle Linee guida per la progettazione delle aree verdi pubbliche e dal Regolamento comunale del verde pubblico e privato.
FRUIBILITÀ E QUALITÀ DELLO SPAZIO ABITATO
OBIETTIVO: ACCESSIBILITÀ E SICUREZZA [A 2.1]
Al fine di favorire la fruizione sicura e sostenibile dell'insediamento, il progetto deve perseguire l'obiettivo di ridurre gli spostamenti con l'auto privata, incentivare l'uso di modi di trasporto alternativi e migliorare le condizioni di sicurezza, anche facilitando l'orientamento.
PRESTAZIONI
1. Nel progetto e nella realizzazione di nuovi aggregati di edifici:
1.1 Gerarchizzare la rete stradale di accesso e distribuzione, differenziando la sezione e lo sviluppo longitudinale delle strade in relazione al ruolo attribuito a ciascuna di esse, individuando con esattezza le strade di accesso e penetrazione ed evitando l'attraversamento dell'aggregato di edifici con strade passanti.
1.2 Dimensionare le caratteristiche geometriche e di circolazione dei nodi di raccordo tra la rete stradale interna all'aggregato e la viabilità esterna, in modo tale da consentire la gestione delle reciproche relazioni, prevedendo in linea di massima almeno due punti di connessione.
1.3 Individuare, nei casi in cui i percorsi carrabili penetrino nell'aggregato di edifici, le soluzioni tecniche atte a salvaguardare l'abitabilità dell'insediamento e a garantire la sicurezza dei luoghi urbani attraverso la progettazione di "isole ambientali" (come "zone 30" o "zone residenziali") che contribuiscano alla valorizzazione degli spazi, al miglioramento della vivibilità e delle condizioni ambientali, assicurando la plurifunzionalità degli spazi pubblici e l'integrazione della strada nel tessuto urbano attraverso l'adozione di misure di traffic calming, che inducano i conducenti ad adattare i propri comportamenti e la velocità dei veicoli a quella dei pedoni.
1.4 Realizzare itinerari ciclabili e pedonali in sede propria e protetta di collegamento con le principali attrezzature pubbliche e verso le principali fermate dei servizi di trasporto pubblico, raccordandosi con la rete esistente, in modo da renderli pienamente accessibili e fruibili al maggior numero possibile di utenti.
1.5 Garantire l'eliminazione delle barriere architettoniche, evitando l'insorgere di situazioni di pericolo e di emarginazione per le persone a mobilità ridotta.
1.6 Predisporre un'adeguata offerta di sosta per automezzi su area pubblica, localizzando i parcheggi preferibilmente a lato della viabilità principale, in modo da ridurre il transito veicolare all'interno delle aree edificate, e in prossimità delle attrezzature pubbliche o dei maggiori attrattori di utenza.
1.7 Installare, nelle aree di pertinenza degli edifici rastrelliere per le biciclette, assicurando la misura maggiore tra un posto bici per ogni unità abitativa e un posto bici ogni 100 mq di Su per le abitazioni e un posto bici ogni 300 mq di Su per le tutte le altre destinazioni.
1.8 Garantire la circolazione in sicurezza ed efficienza dei mezzi di emergenza.
1.9 Negli edifici con Su superiore a 500 mq, per tutti gli usi è obbligatoria la predisposizione alla realizzazione di infrastrutture elettriche per la ricarica dei veicoli idonee a permettere la connessione di una vettura da ciascuno spazio a parcheggio coperto o scoperto e da ciascun box per auto, siano essi pertinenziali o non, in attuazione dell’art. 17-quinquies, comma 1, legge n. 134 del 2012. (Vedi) .
RUMORE
OBIETTIVO: PROTEZIONE DALL’INQUINAMENTO ACUSTICO [A 3.1]
Al fine di garantire condizioni di clima acustico conformi ai valori limite fissati dalla normativa vigente e dalla classificazione acustica comunale, coerentemente con le procedure da essa stabilite, deve essere valutata la compatibilità acustica dell'insediamento con il contesto, tenendo conto del rumore prodotto dalle infrastrutture per la mobilità esistenti e di progetto, interne ed esterne all'aggregazione di edifici, dalle sorgenti sonore puntuali (come impianti tecnici, aree di carico/scarico merci, ecc.) esistenti e di progetto, e dalle sorgenti introdotte dall'intervento urbanistico, compreso il traffico veicolare indotto.
PRESTAZIONI
1. In relazione alle scelte generali d'impianto:
1.1 Garantire il rispetto negli insediamenti residenziali dei limiti previsti dalla Classificazione acustica per l'unità territoriale omogenea (Uto) di appartenenza, prevedendone la localizzazione nelle posizioni più schermate dal rumore in modo da evitare per quanto possibile la realizzazione di barriere acustiche.
1.2 Evitare l'utilizzo dei cosiddetti "edifici barriera", caratterizzati dalla presenza di ampi affacci ciechi posti lungo le infrastrutture qualora essi possano ingenerare potenziali problemi di riflessione delle onde sonore verso gli edifici prospicienti, oppure creare una pesante frattura nel tessuto urbano.
2. Circa la localizzazione degli usi in relazione alle sorgenti di rumore:
2.1 Collocare gli edifici di progetto destinati a usi non abitativi prevalentemente diurni (commerciali, direzionali, terziari, ecc.), sempre nel rispetto dei limiti acustici di zona, nelle aree che presentano livelli sonori più elevati, come a esempio le fasce più vicine alle infrastrutture per la mobilità, in modo da realizzare zone "cuscinetto" tra le sorgenti principali e le zone a carattere residenziale.
2.2 Localizzare le attività generatrici di sorgenti sonore significative a debita distanza dagli edifici residenziali e dagli edifici con destinazione d'uso sensibile (ospedali, scuole, case di cura, ecc.).
3. Circa l'installazione di barriere acustiche al fine di garantire condizioni di clima acustico conformi ai valori prescritti:
3.1 Adottare la soluzione a pannelli artificiali qualora si dimostri la reale inapplicabilità di altre soluzioni progettuali.
3.2 La realizzazione di barriere acustiche è da prevedersi solamente quando sia dimostrato che si è adottata la migliore localizzazione degli usi sul territorio in relazione alle infrastrutture esistenti e di progetto, che la soluzione scelta è quella ottimale al fine di limitare l’altezza delle barriere e adattarle al contesto territoriale ed urbano.
3.3 La realizzazione di barriere non dovrà in ogni caso precludere la migliore fruibilità degli edifici e degli spazi di cui all’obiettivo prestazionale A 2.1 e il raggiungimento degli obiettivi contenuti nelle Schede di Situazione riportate nel Quadro normativo del Psc.
3.4 Le barriere acustiche dovranno evitare fenomeni di riflessione verso i ricettori antistanti o essere realizzate su entrambi i lati della sorgente sonora fonte di disturbo.
RISPARMIO ENERGETICO
OBIETTIVO: CONTROLLO DELL’APPORTO ENERGETICO SOLARE [A 4.1]
Al fine di favorire il risparmio energetico, garantendo la climatizzazione estiva in modo naturale e migliorando il benessere negli spazi interni ed esterni, è necessario adottare un approccio progettuale integrato, con soluzioni che, contemporaneamente, controllino il soleggiamento estivo, favoriscano il soleggiamento invernale e ottimizzino le prestazioni passive degli edifici.
PRESTAZIONI
1. Per controllare il soleggiamento estivo:
1.1 Ai fini del contenimento dei fenomeni di "isola di calore" e del conseguente surriscaldamento, curare l'ombreggiamento, il rapporto fra superfici impermeabilizzate e verdi, la loro posizione rispetto agli edifici, prediligendo nel trattamento delle superfici esterne di questi ultimi materiali altamente riflettenti le radiazioni solari.
1.2 Ombreggiare opportunamente gli spazi di sosta esterni, nonché i percorsi-ciclopedonali.
2. Per favorire il soleggiamento invernale:
2.1 Valorizzare l'apporto energetico solare rimuovendo i fattori d'eventuale ostacolo sulle aree destinate alla loro realizzazione.
3. Valutare la possibilità di utilizzo di sistemi geotermici per la climatizzazione (riscaldamento e raffrescamento) degli edifici.
RISPARMIO ENERGETICO
OBIETTIVO: USO COORDINATO DI FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI E DI SISTEMI DI TELERISCALDAMENTO [A 4.2]
Al fine del contenimento dei consumi energetici degli edifici, occorre coordinare gli interventi alla scala urbana con quelli alla scala insediativa, valorizzando la disponibilità di fonti energetiche rinnovabili o di risorse energetiche locali, con ricadute positive anche in termini gestionali, manutentivi e di sicurezza degli impianti.
PRESTAZIONI
1. Per valorizzare la disponibilità di fonti energetiche alternative:
1.1 Coordinare la produzione centralizzata del calore o del raffrescamento con l'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, anche oltre i minimi richiesti dalle normative.
2. Per valorizzare le risorse energetiche locali:
2.1 Nel caso in cui nell'area sia disponibile una rete di teleriscaldamento esistente, di potenza e temperatura adeguate, predisporre l'allacciamento a essa, a meno che non se ne dimostri l'impossibilità tecnica o economica o la non convenienza energetica. Analizzare inoltre l'opportunità di ricorrere a sistemi di assorbimento per la produzione del freddo.
2.2 In assenza di rete di teleriscaldamento esistente, prevedere l'uso di un impianto locale cogenerativo e/o di teleriscaldamento e la centralizzazione della produzione energetica a meno che non se ne dimostri l'impossibilità tecnica od economica o la non convenienza energetica.
RISORSE IDRICHE
OBIETTIVO: INVARIANZA IDRAULICO-AMBIENTALE E RIUSO DELLE ACQUE [A 5.1]
Per limitare gli incrementi delle portate e del carico inquinante nei recapiti, siano essi naturali o artificiali, gli interventi devono prevedere la progettazione, realizzazione e gestione di sistemi di raccolta delle acque meteoriche.
PRESTAZIONI
1. Ai fini della regolazione dei recapiti e della raccolta delle acque meteoriche, nel progetto e nella realizzazione di aggregati di edifici:
1.1 Anche nel caso in cui i collettori confluiscano in reti fognarie miste (unitarie), separare i sistemi di raccolta delle acque reflue, con collettori per la raccolta delle acque reflue domestiche, delle acque reflue industriali e delle acque meteoriche fra loro distinti.
1.2 Identificare il recapito delle acque meteoriche, adottando preferibilmente un corpo idrico superficiale o favorendo l'infiltrazione sul suolo; solo nel caso in cui ciò risulti impossibile, immettere le acque meteoriche nei sistemi fognari esistenti.
1.3 Differenziare, sulla base di un'analisi dettagliata dei possibili recapiti (stato idraulico e ambientale dei corpi idrici superficiali, tipo di suolo e caratteristiche della falda), i sistemi di raccolta delle acque che possono essere riutilizzate o immesse sul suolo senza particolari trattamenti e i sistemi di raccolta delle acque da sottoporre invece a trattamenti qualitativi specifici.
2. Ai fini del convogliamento, della filtrazione e dell'accumulo delle acque meteoriche provenienti dalle coperture degli edifici da indirizzare a recupero per usi compatibili, nel progetto e nella realizzazione di aggregati di edifici:
2.1 Predisporre idonei serbatoi d'accumulo, preferibilmente interrati, in funzione della disponibilità di spazio, dell'estensione della zona di raccolta e dei volumi necessari. Dotare tali serbatoi di idonei accessi per consentirne la periodica manutenzione e di sistemi di troppo pieno per veicolare le acque in eccesso verso il corpo recettore delle acque meteoriche non contaminate come precedentemente definito.
2.2 Realizzare una rete di adduzione e distribuzione delle acque meteoriche (rete duale) per usi compatibili interni o esterni agli edifici.
2.3 Adottare, nei casi in cui risulti tecnicamente ed economicamente impossibile il riuso delle acque meteoriche, sistemi di drenaggio che, in relazione alle caratteristiche del suolo, consentano di infiltrare nel terreno le acque dei tetti, mediante applicazione delle stesse sul suolo o negli strati superficiali del sottosuolo evitando l'immissione diretta in falda.
3. Ai fini del controllo e della gestione delle acque di prima pioggia, nel progetto e nella realizzazione di aggregati di edifici:
3.1 In aree destinate a parcheggi di estensione superiore a 1.000 mq, predisporre un invaso di raccolta delle acque di prima pioggia di dimensione pari a 25 mc per ogni ettaro di superficie impermeabile con recapito nella fognatura nera o mista anche eventualmente preceduto da idoneo processo di filtrazione o sedimentazione e disoleazione delle acque stesse. Il funzionamento della vasca di prima pioggia deve essere tale per cui, una volta riempita, dovrà essere by-passata dalle acque meteoriche ulteriori.
4. Ai fini del controllo delle portate massime, nel progetto e nella realizzazione di aggregati di edifici:
4.1 Predisporre eventuali vasche di laminazione, dimensionate con riferimento alle prescrizioni dell'Autorità di bacino (500 mc per ettaro di superficie territoriale, ad esclusione delle superfici permeabili destinate a parco o a verde compatto), adottando le metodologie di calcolo disponibili nella letteratura scientifica. Calcolare la portata massima in uscita dal nuovo insediamento assumendo un contributo specifico pari a 10 l/s per ogni ettaro di superficie drenata, qualora il terreno prima dell'intervento sia permeabile (aree agricole, giardini, parchi, ecc.) e di 50 l/s per ogni ettaro di superficie drenata, qualora il terreno prima dell'intervento sia impermeabile (strade, parcheggi, edifici, ecc.), salvo specifica indicazione più restrittiva degli enti gestori dei corpi idrici recettori. I volumi destinati alla raccolta dell'acqua meteorica per il riutilizzo non devono essere computati nel calcolo del volume di laminazione al fine del rispetto dell'invarianza idraulica.
4.2 Adottare soluzioni di tipo "diffuso", atte anche a favorire l'infiltrazione nel suolo, o interventi diffusi di laminazione quali ad esempio:
- sistemi vegetati (fasce filtro, aree tampone, canali inerbiti, tetti verdi);
- sistemi filtranti (filtri a sabbia);
- sistemi di infiltrazione (bacini di infiltrazione, canali filtranti, pozzi asciutti, pavimentazioni filtranti);
- invasi in linea in tubazioni opportunamente sovradimensionate.
4.3 Dimensionare i manufatti idraulici e le tubazioni considerando un tempo di ritorno di 25 anni.
CONSUMO DI MATERIALI E GESTIONE DEI RIFIUTI SOLIDI
OBIETTIVO: PREDISPOSIZIONE DI SPAZI IDONEI PER LA RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI [A6.1]
Al fine di limitare la produzione di rifiuti urbani e ridurre l'uso di materie prime occorre incentivare la raccolta differenziata in ambito urbano.
PRESTAZIONI
1. Negli aggregati edilizi a uso abitativo e terziario:
1.1 Prevedere idonei spazi per la raccolta differenziata dei rifiuti in relazione alla tipologia di raccolta in essere (porta a porta, a domicilio, di prossimità, ecc.), con possibilità di accesso da parte del gestore, secondo gli appositi regolamenti e a orari determinati.
2. Negli aggregati edilizi a uso commerciale e produttivo:
2.1 Prevedere strutture quali piattaforme di conferimento intermedie, depositi temporanei collettivi, aree di stoccaggio o aree di selezione dei rifiuti, in funzione della tipologia di rifiuto conferito e del grado di pericolosità, tarate sui fabbisogni delle imprese insediabili.
2.2 Nelle strutture commerciali di grande e media distribuzione dovranno essere previsti luoghi in cui i cittadini possano lasciare imballaggi e involucri.
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