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8. nuova Villa Erbosa
8. nuova Villa Erbosa
Creato il: 22/10/2021
Aggiornato il: 07/04/2022
La trasformazione deve essere avviata entro il giorno 09/12/2025, termine oltre il quale la presente scheda-norma decade, avendo come strumento di riferimento normativo il Rue in vigore dal 26/06/2019 e valido quindi anche per gli interventi di cui alla variante IV del Poc AII approvata il 16/11/2020 e in vigore dal 09/12/2020, e fatte salve le norme sulla sicurezza e la disciplina sovraordinata (fonte esterna all'Amministrazione) nel frattempo intervenute.
Assetto urbanistico
L’intervento si estende su due lotti confinanti:
- il lotto A: già inserito nel Poc “Programma per la Qualificazione Urbana Diffusa” (POC QD - scheda I-6), decaduto in data 11/03/2020, con la possibilità progettuale di sostituire parte della volumetria esistente con edilizia residenziale e prevedendo altresì la possibilità di destinare la restante parte del volume in favore di due altri interventi presenti nel medesimo POC (schede I-9 e I-9bis, afferenti a due edifici siti rispettivamente in via della Beverara 21 e via della Beverara 23);
- il lotto B: lotto attualmente occupato dalla clinica villa Erbosa.
L'area complessiva in oggetto occupa una superficie fondiaria pari a 28.963 mq (dato catastale). L'intervento prevede la costruzione per fasi di un nuovo volume collocato per la maggior parte nel lotto A; in seguito al completamento della prima fase di costruzione, sarà demolito l'edificio esistente che ospita Villa Erbosa (lotto B) per erigere l'ultima porzione edificata che intersecherà il sedime attuale. Nel caso l'intervento proposto non abbia seguito è comunque necessario procedere alla demolizione dell'eccedenza del volume presente nel Lotto A, rispetto al parametro vincolante previsto dalla scheda I-6, di cui al precedente strumento POC QD.
Carichi insediativi – Parametri e indici urbanistici
E’ prevista la costruzione di massimo 120.000 mc, di cui 53.133 mc già esistenti, oggetto di demolizione e ricostruzione, e 66.867 mc di nuova costruzione. La superficie lorda totale massima è circa 28.500 mq.
Destinazioni d'uso
Gli usi si articoleranno nel seguente modo:
D Categoria funzionale direzionale:
(7b) servizi alla popolazione di livello sovralocale: scolastici (università escluse), ospedalieri e socio-sanitari.
Dotazioni
Non sono dovute dotazioni territoriali. Tuttavia, come richiesto dal parere del Quartiere Navile, P.G. n. 575682/2019, O.d.G. n. 2/2020, del 09/01/2020, si auspica che la proprietà consenta l’uso pubblico, anche regolamentato da orario, all’area verde di progetto e che il giardino possa essere accessibile ciclopedonalmente anche da via F.lli Cervi, qualora tale passaggio non interferisca con la funzionalità dell’ingresso di servizio dell’ospedale.
Misure per la sostenibilità
Le misure per la sostenibilità sono da recepirsi in fase di progettazione degli interventi e costituiscono elemento di valutazione al fine del rilascio del titolo abilitativo.
Strumenti e modalità di attuazione
La trasformazione urbanistica in oggetto è attuabile attraverso intervento diretto previa stipulazione di convenzione urbanistica o atto unilaterale d’obbligo, disciplinante la realizzazione delle dotazioni territoriali e le relative garanzie e sanzioni in caso di inadempimento ai sensi dell'art. 102 del Rue.
> Misure per la sostenibilità
L’intervento deve rispettare i requisiti stabiliti nelle Misure per la sostenibilità sotto riportate. L’intervento rientra tra le “attrezzature” e ricade perciò nel comma 2.3 dell'art. 45 del Rue che recita “Negli interventi di ampliamento e ristrutturazione di attrezzature esistenti è richiesto il conseguimento dei livelli prestazionali più elevati per quanto riguarda i requisiti ambientali degli edifici, secondo i livelli di eccellenza prescritti dalle relative Schede tecniche di dettaglio (dE7.1, dE8.4, dE9.1, dE10.2). In caso di ampliamento, la dimensione degli spazi aperti a disposizione dell'attrezzatura deve comunque essere adeguata per la fruizione di tutti gli utenti previsti” e quindi, per tali interventi, sono richiesti i livelli di eccellenza relativamente alle componenti:
- energia (dE7.1),
- cura del verde, permeabilità e microclima urbano (E8.4),
- risparmio e riuso delle acque (dE9.1),
- riutilizzo dei materiali inerti da costruzione e demolizione (dE10.2).
Oltre alle Misure di sostenibilità che seguono, la progettazione dell’intervento deve tenere conto anche delle prescrizioni derivanti dai vincoli e dalle tutele.
Mobilità
Al fine di garantire una migliore accessibilità ciclo-pedonale alla struttura da via dell’Arcoveggio, tenuto conto che il progetto ipotizza per l’attuale varco carrabile posto in prossimità della fermata bus “Villa Erbosa” un uso esclusivamente ciclo-pedonale, si prescrive che venga valutato un eventuale riposizionamento dell’attraversamento pedonale posto in prossimità di tale varco, compatibilmente con la presenza delle fermate bus esistenti.
E’ prevista la cessione di una quota di parcheggi pubblici, dotati di relativo marciapiede in testa agli stessi, nel tratto di strada del segue numerazione civv. 15/2 al 15/11 di via F.lli Cervi. La realizzazione di tali parcheggi pubblici non dovrà interferire con l’attuale carreggiata stradale, pertanto il dimensionamento corretto degli stalli di sosta dovrà essere opportunamente definito nell’area privata che sarà oggetto di cessione gratuita all’Amministrazione comunale. Al fine di dare continuità ai percorsi pedonali di via F.lli Cervi andrà previsto un attraversamento pedonale, con relativo abbattimento delle barriere architettoniche, sul tratto di strada del segue numerazione di via F.lli Cervi all’intersezione con l’asse principale di via F.lli Cervi.
Si prescrive che l’accesso previsto su via F.lli Cervi sia utilizzato esclusivamente per funzioni di carattere secondario, tenuto conto del contesto di viabilità locale/residenziale all’interno del quale si colloca, che potrà essere regolato dal Comune in zona a traffico moderato. L’accessibilità primaria all’intero comparto, compresa possibilmente quella relativa al flusso di ambulanze, deve pertanto essere mantenuta da via Arcoveggio.
I passi carrai previsti dal progetto, o l’eventuale modifica di quelli esistenti, dovranno essere conformi con quanto previsto dal Codice della Strada e dal Regolamento dei Passi Carrai del Comune di Bologna.
Aria
Il carico urbanistico relativo alla variante proposta non genererà un incremento degli spostamenti. Si ritengono dunque sufficienti le misure di sostenibilità indicate alla componenti Verde ed Energia. Andranno attuate alcune misure di sostenibilità per la fase di cantierizzazione, dato che gli interventi di demolizione e ricostruzione avverranno a ridosso di edifici residenziali e dello stesso edificio ospedaliero esistente.
Si dovranno adottare tutti gli accorgimenti volti a limitare emissioni polverulente in atmosfera, per le quali si rimanda alla Delibera della Giunta Provinciale di Firenze 213/2009 (Linee Guida per la valutazione delle emissioni di polveri provenienti da attività di produzione, manipolazione, trasporto, carico e stoccaggio di materiali polverulenti), con particolare riferimento alla bagnatura costante di tutti i cumuli di materiale di lavorazione e di demolizione, la sospensione dei lavori in caso di condizioni meteorologiche avverse, il lavaggio dei pneumatici dei mezzi in uscita dal cantiere e la realizzazione di barriere antipolvere su tutti i perimetri finitimi ad edifici adibiti a residenze (tratto del lotto confinante con il retro ed il lato degli edifici ubicati su Via dell’Arcoveggio e con il il retro ed il lato degli edifici ubicati su Via F.lli Cervi).
Rumore
Nel nuovo edificio della struttura sanitaria permane una situazione di superamento dei limiti in facciata ma, in considerazione che la fruizione della struttura avverrà a finestre chiuse per garantire il mantenimento dei requisiti di temperatura e umidità richiesti per le specifiche patologie, i pazienti non saranno direttamente esposti a tali livelli di rumore. Al fine di garantire un adeguato comfort acustico interno, per l’edificio di progetto dovranno essere rispettati i requisiti acustici passivi degli edifici.
Una volta realizzato l’edificio dovrà essere eseguito il collaudo acustico volto a dimostrare, presso le camere di degenza ritenute più significative, il conseguimento dei requisiti acustici passivi degli edifici. Relativamente alle pertinenze esterne, le aree da attrezzare e destinare alla fruizione dei degenti dovranno essere concentrate nelle aree acusticamente più tranquille, laddove è dimostrato il rispetto dei limiti diurni della I classe.
In riferimento agli impianti tecnici a servizio della struttura sanitaria si prescrive, una volta completata l’opera, il collaudo acustico degli stessi, verificando che il loro funzionamento (nelle condizioni di massimo disturbo) non comporti, presso i due edifici esterni potenzialmente più impattati (via dell’Arcoveggio n. 48/10 e via Fratelli Cervi n. 15/6), l’insorgenza di criticità acustica in termini di livelli assoluti e differenziali di immissione sonora.
Nell’ambito del rilascio del titolo edilizio dovrà essere predisposto un aggiornamento dello studio acustico che, sulla base di una conoscenza più approfondita e dettagliata circa la tipologia di sorgenti sonore previste (impianti, attività rumorose svolte all’esterno, ecc.) e la loro ubicazione, ne dimostri il rispetto dei limiti assoluti e differenziali di immissione sonora (questi ultimi da valutarsi nelle condizioni di massimo disturbo) nei confronti degli edifici esterni.
Una volta completato l’intervento dovrà essere eseguito il collaudo acustico delle sorgenti sonore puntuali (impianti, attività esterne, ecc.), verificando che il loro funzionamento nelle condizioni di massimo disturbo non comporti l’insorgenza di criticità acustica presso gli edifici potenzialmente più impattati.
Per completezza, nell’ambito della richiesta di rilascio dei titoli edilizi, i livelli di rumore in facciata alla nuova struttura sanitaria dovranno essere restituiti, oltre che con mappe acustiche, anche attraverso una tabella riportante i livelli puntuali presso i punti ritenuti più rappresentativi.
Acque superficiali
Le strategie che si intenderanno adottare, relativamente al risparmio e riuso delle acque, dovranno essere sviluppate e descritte nella fase di presentazione dei titoli abilitativi. Si specifica che per gli usi non domestici il consumo stimato dovrà essere parametrizzato al consumo domestico, come avviene per gli scarichi. Nei progetti in cui sono previste aree compatte destinate a parcheggi di estensione superiore a 1.000 mq, occorre rispettare quanto previsto dall'art. 55 del Rue relativamente alle acque di prima pioggia (obiettivo A5.1, comma 3).
Approvvigionamento idrico
Il controllo dei consumi avverrà mediante:
- la predisposizione di un impianto idro-sanitario a basso consumo (dispositivi per ridurre i tempi di erogazione, cassette di scarico dei WC a doppio tasto, rubinetteria con economizzatore...);
- l'installazione di un sistema di stoccaggio dell’acqua meteorica per usi compatibili (per fini irrigui);
- l'irrigazione delle parti a verde con sistemi temporizzati a goccia e a micro pioggia;
- contatori omologati per la contabilizzazione del consumo di acqua potabile.
E' previsto il recupero per usi compatibili delle acque meteoriche captate dalle coperture dei vari corpi di fabbrica costituenti gli edifici in progetto al fine di soddisfare il fabbisogno idrico del parco verde che ad oggi si stima di circa 779-999 mc acqua/anno. Si prevede quindi l’installazione e l’uso di serbatoi di
accumulo interrati, che saranno dimensionati nelle fasi successive di progettazione. Verrà inoltre verificato, grazie ad analisi geologiche del primo sottosuolo, che sia possibile lo smaltimento nel terreno di quella percentuale di acqua pluviale che non sarà possibile riutilizzare.
Relativamente al servizio acquedottistico, come precisato nel parere espresso da Hera (PG 22500/2020), nel caso in cui sia necessario il potenziamento delle reti esterne per soddisfare le eventuali nuove richieste idriche, le opere che si rendessero necessarie come potenziamento extra comparto sono da ritenersi totalmente a carico dell’attuatore, sulla base del preventivo che dovrà essere richiesto ad Hera.
Sostenibilità quali-quantitativa delle acque reflue
Si prevede la realizzazione di reti separate fino all’immissione nella fognatura pubblica mista esistente. Al sistema fognario pubblico confluiranno i reflui provenienti dagli edifici, che in base agli usi previsti potrebbero configurarsi in parte come reflui industriali. In tal caso dovrà essere predisposta una rete fognaria autonoma con scarico in pubblica fognatura nel rispetto dei limiti previsti dal DLgs 152/06 e secondo le prescrizioni del gestore Hera. Si procederà alla verifica progettuale delle reti e dei dispositivi di pre-trattamento (disoleatori, sifoni areati, etc.), sulla base delle prescrizioni dell’Ente gestore del Servizio Idrico Integrato.
In relazione all’uso del suolo delle aree impermeabili a terra e sulla base di quanto prescritto dalle DGR 286/05 e 1860/06, dovranno essere previsti sistemi di gestione quali-quantitativa delle portate nelle aree adibite a carico e scarico merci (con particolare riferimento ai liquidi), nonché nelle aree adibite a movimentazione e deposito temporaneo di rifiuti speciali. Dette superfici, se soggette a dilavamento ad opera di precipitazioni o comunque se dotate di rete di raccolta connessa alla rete fognaria separata, devono essere individuate, idraulicamente perimetrate e dotate di sistemi di intercettazione di emergenza per la gestione di eventuali eventi accidentali.
Ai fini del controllo delle portate massime collettate dalla rete di comparto (da dimensionarsi in base ad una curva di possibilità climatica con tempo di ritorno non inferiore a 25 anni), si dovranno prevedere volumetrie di invaso secondo il parametro dello PSAI che prevede una volumetria di 500 mc/ha di superficie territoriale e che consentano l’immissione di una portata massima (portata di taglio) non superiore a 50 l/s, in accordo con la condizione attuale di area quasi completamente impermeabile.
Per quanto possibile, tali volumi dovranno essere ricavati, in ordine preferenziale, da invasi diffusi superficialmente (in primo luogo superfici a verde o aree tampone a terra), da invasi naturali a cielo aperto a terra, posti negli 8.483 mq di area a verde in progetto (in modo particolare invasi che consentano altresì effetti di infiltrazione come fasce filtro, trincee), da sovradimensionamento delle sezioni idrovettrici delle canalizzazioni di rete, infine, e solo ove non sia altrimenti possibile per questioni di uso del suolo o planoaltimetriche degli scorrimenti dei deflussi pluviali, da invasi a vasca interrata che sottrarebbero superficie permeabile. In fase di richiesta del titolo edilizio si dovranno comunque attentamente analizzare – tramite apposite indagini - le condizioni geologico geotecniche del terreno per valutare l’effettiva capacità di infiltrazione del primo sottosuolo per le aree a verde, ovvero l’eventuale ulteriore capacità delle stesse aree a verde di consentire il drenaggio di acque provenienti da superfici impermeabili di copertura, adottando appositi sistemi di infiltrazione (ad esempio trincee).
Nella documentazione a corredo della richiesta del titolo edilizio dovrà essere presentato un Piano di manutenzione e gestione del sistema di laminazione. Per la sostenibilità delle previsioni relativamente al rischio idraulico è stata presentata una relazione, volta a dimostrare che il progetto è congruente co il quadro della pericolosità d'inondazione; l’intervento previsto non comporta un incremento del rischio idraulico, né diretto, né indiretto. Nella relazione è individuata la quota minima presente nell’area (35,90 m slm) ma non viene definita la quota di sicurezza progettuale per gli accessi ai piani terra. Nella fase di richiesta del titolo abilitativo dovrà essere definita la quota di sicurezza del progetto per la realizzazione degli accessi ai piani terra ed interrati/seminterrati.
Per la risoluzione dell’interferenza con la fognatura mista esistente di tipo ONI 800x1200, occorrerà predisporre lo spostamento della stessa al di fuori dell'area di intervento, sulla base di un progetto che dovrà essere presentato ad Hera e da questa approvato. La nuova rete di cui sopra dovrà essere il nuovo recapito degli scarichi di acque nere. L'eventuale immissione di acque di tipo diverso dal domestico dovranno essere sottoposte a procedura di rilascio dell'autorizzazione allo scarico, secondo quanto previsto dalla normativa vigente. Dovranno essere rispettate le prescrizioni generali e specifiche espresse nel parere di Hera (PG 22500/2020).
Suolo, sottosuolo e acque sotterranee
Dovrà essere eseguito, in contraddittorio con ARPAE, il piano di indagine preliminare del sito; gli esiti delle indagini che saranno eseguite e la definizione della compatibilità dello stato delle matrici ambientali con le trasformazioni previste dovranno essere parte integrante della documentazione da allegare all'istanza per ottenere il titolo abilitativo; nel caso in cui dovesse essere necessaria una Analisi di Rischio ai sensi dell'art. 242 del DLgs 152/06 e smi, il titolo abilitativo potrà essere rilasciato solo alla conclusione dell'iter di approvazione della stessa.
Inoltre la sostenibilità della trasformazione è condizionata:
- all’utilizzo di aggregato riciclato in sostituzione degli inerti naturali, in tutti quegli usi in cui ciò sia tecnicamente possibile;
- alla gestione come sottoprodotto o al riutilizzo in sito dei materiali di scavo prodotti dalla realizzazione dell'interrato; l'avvio del materiale da scavo a smaltimento potrà essere considerato solo in assenza di alternative progettuali tecnicamente attuabili.
Verde e spazi aperti
Il progetto del verde dovrà seguire le indicazioni del Regolamento comunale del verde pubblico e privato. Il progetto dovrà dimostrare un aumento di permeabilità profonda dei suoli al fine di aumentare la qualità urbana dal punto di vista ambientale e microclimatico.
Le aree verdi, che dovranno ospitare un numero maggiore di alberi rispetto allo stato di fatto, saranno strutturate in ampie fasce lungo i confini del lotto e in un grande giardino nella zona a nord della clinica, verso la ferrovia. La progettazione dovrà mirare ad ampliare la fruizione di tali spazi anche a chi non usufruisce dei servizi sanitari: l'area verde, come proposto dal soggetto attuatore, sarà infatti privata ma aperta al pubblico con orari da stabilire. Con quest'ottica fruitiva, anche gli ingressi pedonali e ciclabili saranno quindi progettati in modo da invitare i passanti all'entrata.
Nella fase di rilascio dei titoli edilizi dovranno essere presentate una tavola con lo stato di fatto e una di progetto che riportino chiaramente le aree a permeabilità profonda, semipermeabili e impermeabili, dimostrando un saldo positivo di permeabilità dei suoli.
Inoltre dovrà essere eseguito un rilievo puntuale delle alberature esistenti, rilevandone specie e diametri per definirne la tutela. Il progetto dovrà comunque garantire un aumento di fitomassa nell'area (nella proposta si stima l'impianto di 200 nuovi alberi contro i 153 attuali).
Tutti i parcheggi e i percorsi interni dovranno essere permeabili e adeguatamente ombreggiati secondo le indicazioni del Regolamento del verde comunale e delle Linee guida per la progettazione di aree verdi.
Le nuove aree verdi e i parcheggi dovranno inoltre essere progettati seguendo le "Linee guida sull'adozione di tecniche di drenaggio urbano sostenibile per una città più resiliente ai cambiamenti climatici" (2018) del Comune di Bologna.
Indice RIE
Il progetto riguarda un’attrezzatura; per tali interventi è richiesto il conseguimento del livello di eccellenza per l’indice RIE (art. 56 del Rue, obiettivo 8.4 “cura del verde, permeabilità e microclima urbano”).
Il progetto dovrà pertanto conseguire un valore di RIE≥6.
La documentazione progettuale che sarà oggetto di titolo edilizio dovrà contenere il calcolo dell’indice RIE (foglio di calcolo finale e foglio di inserimento dati) corredato di un apposito elaborato grafico in cui sia rappresentata la sistemazione delle aree esterne indicando, per ogni tipologia di superficie in progetto, la relativa estensione areale e la categoria di riferimento come da scheda tecnica di dettaglio dE 8.4 del RUE.
Energia
E’ richiesto il livello di eccellenza dei requisiti migliorativi del RUE come descritti nella scheda tecnica di dettaglio dE7.1. In particolare dovranno essere applicate le dotazioni da energia solare e rinnovabile ed il valore dell'indice di prestazione energetica, espresso in energia non rinnovabile, dovrà essere non superiore ad 8 kWh/mc/anno.
Elettromagnetismo
Le DPA associate agli elementi della rete di produzione, trasporto e distribuzione dell'energia elettrica non dovranno sovrapporsi a proprietà terze, fatto salvo l'acquisizione del nulla osta del proprietario stesso.
Ai fini dell'ottenimento del titolo abilitativo dovrà essere garantito e dimostrato, se necessario anche attraverso idonea simulazione elettromagnetica, il rispetto dei limiti previsti dalla normativa vigente (DPCM 8 Luglio 2003) all'interno degli edifici o delle parti di edificio di nuova edificazione che distano meno di 200 metri da impianti di telefonia mobile.
Alte Frequenze: come indicato nelle misure di sostenibilità comuni dovrà essere garantito il rispetto dei limiti previsti dalla normativa vigente (DPCM 8 Luglio 2003), pertanto nella fase di richiesta del titolo abilitativo sarà necessario adeguare la progettazione dell’edificio in modo che, negli ambienti in cui è prevista permanenza di persone per periodi giornalieri superiori a 4 ore, siano rispettati i limiti imposti dalla normativa vigente relativamente alla distribuzione elettromagnetica autorizzata al momento
della richiesta del titolo abilitativo stesso.
Basse Frequenze: le DPA associate agli elementi della rete di produzione e distribuzione dell'energia elettrica di progetto non si dovranno sovrapporre agli ambienti/aree in cui è prevista la permanenza di persone per periodi giornalieri superiori a 4 ore.
Si specifica che le cabine MT/bt e le linee MT di progetto e le DPA e/o fasce di servitù ad esse associate dovranno essere riportate sulle tavole di progetto allegate alla richiesta del titolo abilitativo. Inoltre tali DPA non dovranno sovrapporsi ad ambienti e/o aree in cui è prevista la permanenza di persone per periodi superiori a 4 ore giornaliere nè ad aree verdi nè a proprietà di terzi. Le linee MT di nuova realizzazione dovranno essere interrate e di tipo elicord.
Il piano di monitoraggio
Il piano di monitoraggio riveste particolare importanza al fine di verificare e controllare l'attuazione delle trasformazioni previste, nonché le ricadute a livello ambientale e territoriale. Attraverso il monitoraggio è possibile verificare in itinere la sostenibilità di quanto in programma, intraprendendo eventuali azioni correttive. I valori degli indicatori sotto riportati dovranno essere prodotti/aggiornati dagli attuatori al momento della presentazione della richiesta del titolo edilizio. Resta inteso che non tutti gli indicatori saranno pertinenti al progetto presentato, pertanto dovranno essere calcolati solamente quelli di interesse. Oltre a quanto sopra, per l'intervento in oggetto il monitoraggio dovrà prevedere quanto segue: in merito alla componente acustica, una volta realizzato l’edificio dovrà essere eseguito il collaudo acustico volto a dimostrare, presso le camere di degenza ritenute più significative, il conseguimento dei requisiti acustici passivi degli edifici. Inoltre, una volta completato l’intervento, dovrà essere eseguito il collaudo acustico delle sorgenti sonore puntuali (impianti, attività esterne, ecc.), verificando che il loro funzionamento nelle condizioni di massimo disturbo non comporti l’insorgenza di criticità acustica presso gli edifici potenzialmente più impattanti.
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Categorie: Interventi diretti previsti dalla pianificazione previgente (azione1.1.c)